Nel corpo umano circolano circa 6 litri di sangue; il volume del sangue è calcolato in 70-100 ml per ogni kg di peso corporeo. Per emorragia si intende un qualunque modo in cui si verifichi una perdita di sangue (ferite, malattie, traumi, ecc.) e dovunque questo si versi (al di fuori dell’organismo od al suo interno). L’emorragia può presentarsi come un flusso all’esterno del corpo oppure all’interno dell’organismo (ad esempio nella frattura della milza il sangue fuoriesce dall’organo e rimane nella cavità addominale) per cui resta “nascosto”.
Per emorragie lievi si intendono quelle perdite ematiche che non compromettono la vita del paziente in quanto il flusso sanguigno è limitato e si arresta in poco tempo. Nella ferita i vasi sanguigni lesi si contraggono, le piastrine si agglutinano formando localmente un reticolo molto fitto (una specie di tappo) in cui si impigliano i globuli rossi; ed in questo punto il sangue coagula fermando l’emorragia.
Tutto ciò si verifica in pazienti sani; l’emorragia invece non si arresta in presenza di particolari malattie del sangue tra cui l’emofilia.
Alcuni esempi di emorragie sia interne che esterne possono essere:
· Cerebrale;
· Gastrointestinale;
· Cranica;
· Materno-Fetale;
· Sottocongiuntivale;
· Subaracnoidea;
· Subungueale;
· Petecchiale;
· Lacrimale;
Trattamento dell’emorragie:
E’ necessario effettuare sulla ferita una compressione per alcuni minuti, contemporaneamente alla pressione contattare il 118 per attivare il sistema di risposta all’emergenza.
Una volta arrestata l’emorragia le ferite debbono essere lavate e disinfettate;
Se la ferita non è sporca si procede ad un lavaggio con abbondante soluzione fisiologica;
Se la ferita presenta residui di sporco, terreno, materiale di strada è necessario effettuare un lavaggio con acqua ossigenata; il prodotto, grazie alla sua azione meccanica, agirà creando una schiuma bianca che dovrà essere rimossa con abbondante soluzione fisiologica;
In caso di ferita pulita, non profonda o di abrasioni è possibile procedere alla disinfezione con soluzione di Iodopovidone (Betadine) che deve essere necessariamente rimosso con soluzione fisiologica.
La pulizia delle ferite deve sempre essere effettuata utilizzando garze; l’uso del cotone è sempre sconsigliato al fine di evitare malattie emboliche correlate a residui di questo materiale.
Per emorragie massive si intendono quelle perdite ematiche che possono mettere il paziente in pericolo di vita; sono conseguenti alla rottura di grossi vasi o di organi molto vascolarizzati.
Altre volte possono presentarsi esternamente emorragie massive che interessano organi o apparati dell’organismo che comunicano con l’esterno (stomaco, intestini, polmoni, vescica urinaria, ecc.)
Qualunque sia la causa dell’emorragia, l’effetto è il solito: il paziente si trova in stato di shock per perdita di massa sanguigna.
N.B.: E’ necessario che il soccorritore si predisponga all’uso di tutti i dispositivi di protezione individuale al fine di evitare una contaminazione con liquidi biologici.
Tipologia di emorragie
Emorragie venose:
Il sangue è color rosso scuro e, in caso di emorragia, fuoriesce in modo continuo dalla ferita.
Trattamento:
Sollevare l’arto che presenta la ferita;
Comprimere la ferita con più compresse di garza;
Non cambiare la garza imbevuta di sangue ma a questa sovrapporne delle altre (anche nella garza direttamente a contatto con la ferita si determina la coagulazione così da costituire un ulteriore tappo).
L’uso del laccio emostatico è fortemente sconsigliato in pazienti che presentano questo tipo di emorragie.
Emorragie arteriose:
Il sangue è color rosso vivo e zampilla ad intervalli regolari.
Trattamento:
Sollevare l’arto che presenta la ferita;
Comprimere fortemente la ferita con garze o un panno;
Se l’emorragia non dovesse arrestarsi, è necessario premere con forza con le dita, sull’arteria a monte della ferita, cioè tra questa ed il cuore (brachiale per l’arto superiore e femorale per l’arto inferiore).
Nelle emorragie arteriose degli arti, in casi molto gravi come amputazioni o semi amputazioni è possibile applicare un laccio a monte della ferita alla radice della coscia o del braccio avendo cura di segnare l’ora in cui viene applicato e di allentarlo ogni 10 minuti per 20-30 secondi per evitare danni ai vasi e ai tessuti sottostanti.
Usare come laccio, stoffa, cinghie (ad esempio una cravatta, una cintura per pantaloni), o meglio il tourniquet, ma mai corde sottili o similari che produrrebbero ferite e lacerazioni.
N.B.: I lacci di gomma chiamati “emostatici” non vanno utilizzati poiché producono difficilmente una “forza compressiva” capace di fermare un’emorragia massiva; questo deve essere possibilmente evitato ed usato solo in casi di estrema gravità poiché, arrestando la circolazione a valle di esso, si vengono a formare, dopo poche decine di minuti, gravi lesioni all’arto con possibilità di gangrena! Molto spesso le emorragie si fermano facilmente con la sola compressione. Prima di ricorrere al laccio si può agire sopra i punti di compressione cioè su quelle zone del corpo sotto di cui passano dei grossi vasi arteriosi i quali, se compressi, possono arrestare un’emorragia.
Emorragia capillare:
Il sanguinamento dai capillari avviene normalmente nelle ferite superficiali come l’abrasione. Il colore del sangue può variare perché al livello capillare avvengono gli scambi tra sangue ossigenato e sangue deossigenato. Normalmente si limita a gocciolare in piccole quantità, molto inferiori alle emorragie venose.
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